IMMAGINE DI COPERTINA:
Da sinistra a destra: il caporale James Bedford del 16 ° battaglione, il sergente (sergente) Maurice Vincent Buckley VC DCM del tredicesimo battaglione, il sergente W Marshall MM del 16 ° battaglione e il sergente maggiore regale Tandy MM 16th Battalion (AWM A03072).
Maurice Vincent Buckley di origini Irlandesi, nasce a Upper Hawthorn (nei dintorni di Melbourne) il 13 Aprile 1891. Nella vita civile, prima di arruolarsi era un addestratore di cavalli, l’inizio della sua carriera militare fu piuttosto anticonvenzionale. Si arruolò volontario una settimana prima del Natale del 1914 nel 13° reggimento di cavalleria leggera e partì per Gallipoli, ma non ci arrivò mai.
Dopo essere sbarcato in Egitto per l’addestramento, Buckley contrasse una malattia venerea e fu rimandato in Australia con altri 274 malati infettivi a bordo della nave HMAT “A18” Wiltshire. Era una delle navi a vapore requisite dal governo australiano per essere utilizzata come trasporto truppe. Nave facente parte del primo convoglio che si riunì a King George's Sound, Albany (punta sud ovest del continente australiano), nell'ottobre del 1914 per trasportare le forze australiane in Nuova Zelanda (creando le truppe ANZAC) per poi andare in egitto. Il Wiltshire continuò tali compiti fino a quando non fu dismesso dal governo australiano nel 1917.
Buckley fu riportato in Australia e fu internato in un reparto d’isolamento per malattie veneree nell’ ospedale militare “pox camp” a Langwarrin Gippsland (a sud di Melbourne), struttura realizzata prima del 1915 per ricevere e curare soldati feriti o affetti dalle malattie veneree piuttosto comuni in Egitto. La permanenza nel campo per lui era più dolorosa e debilitante della malattia stessa, nel gennaio del 1916 fuggì e fu così dichiarato disertore.
I soldati che erano etichettati come "disertori" venivano emarginati dalla comunità, i loro nomi venivano generalmente pubblicati sui giornali nazionali, causando vergogna non solo ai diretti interessati ma anche ai famigliari. I disertori durante la Prima Guerra Mondiale furono sottoposti a corte marziale e ricevettero punizioni severe tra cui la prigionia e persino la morte. Furono circa 346 i soldati giustiziati nell'esercito britannico.
Buckley era si disertore, ma non per codardia, si potrebbe forse dire per disperazione. Non era però nella sua indole fare il fuggitivo. Tanto che per riscattarsi, a metà del 1916, si arruolò nuovamente nella Forza Imperiale Australiana usando l'alias "Gerald Sexton". Gerald era suo fratello morto otto mesi prima per una grave meningite contratta in un campo di addestramento militare, e il nome Sexton era il cognome da nubile di sua madre.
Nel gennaio del 1917 Gerald Sexton salpò finalmente alla volta dei campi di battaglia Francesi, dove si unì al tredicesimo battaglione alla Somme.
Ben presto ebbe modo di dimostrare il suo valore combattendo in alcune delle più cruente battaglie della Prima Guerra Mondiale: Bullecourt, Polygon Wood, Ypres, Passchendaele, Hebuterne, Villers-Bretonneux e Hamel. Per il suo valore sul campo fu promosso nel gennaio 1918 al grado di Caporale e a giugno divenne sergente responsabile della sezione mitragliatrici Lewis.
La Lewis, anche se classificata come una mitragliatrice leggera era un ingombrante marchingenio del peso di quasi 14 chilogrammi.
Nel marzo 1918, i tedeschi lanciarono la loro offensiva di primavera e arrivarono con i loro pezzi d‘artiglieria abbastanza vicini per poter bombardare Amiens.
L'8 agosto gli alleati riuscirono a respingere i tedeschi, in un giorno i fanti australiani riuscirono a riconquistare 10 chilometri di terreno occupato dai tedeschi.
In questa battaglia la compagnia di Sexton fu rallentata da diversi nidi di mitragliatrici nemiche che in quattro diverse occasioni sbarrarono loro la strada causando pesanti perdite. Sexton allora decise rapidamente di intervenire mettendo a tacere le postazioni nemiche usando al fianco la sua mitragliatrice Lewis con grande abilità. Questo comportamento gli portò una citazione sui dispacci, che recita:
"[Sexton] si è alzò in piedi in piena vista del nemico, sparando dal fianco fino a quando non ha messo fuori uso la mitragliatrice nemica. Per tutta la giornata ha mostrato iniziativa e freddezza ".
Ma fu solo il primo di tanti atti eroici. Già soldato decorato, Sexton si distinse anche a Verguier, a nord-ovest di Saint-Quentin, il 18 settembre 1918, e gli fu assegnata una Victoria Cross. La sua citazione recita:
"Il sergente Sexton mostrò sprezzante coraggio e compì azioni che, per la loro natura eroica, furono in gran parte responsabili del successo del Battaglione”.
Sul margine meridionale del villaggio di Le Verguier il nemico opponeva una dura e seria resistenza che doveva essere schiacciata. Durante tutto il periodo dell'attacco, il sergente Sexton era in prima linea sparando dal fianco mentre avanzava, parandosi di fronte alle postazioni nemiche e compiendo prodezze di coraggio e resistenza che possono essere meglio apprezzate quando si realizza che per tutto il tempo ha sparato con il suo pesante mitragliatore Lewis dal fianco senza vacillare e senza ripararsi per un attimo. Sexton espugnò almeno sei nidi di mitragliatrici nemiche, catturò un cannone da campo e prese circa 100 prigionieri.
Tutti i suoi onori furono pubblicati con il nome di Sexton fino a quando Buckley decise di rivelare la sua vera identità. Fu chiaramente perdonato e una seconda gazzetta ufficiale fu fatta con il suo vero nome.
Buckley al termine della Guerra tornò in Australia e fu congedato con tutti gli onori nel dicembre del 1919.
L'anno seguente iniziò a lavorare come costruttore di strade a Gippsland. Il 15 gennaio 1921 rimase gravemente ferito tentando di saltare con il cavallo oltre una staccionata della ferrovia di Boolarra. Morì dodici giorni dopo, all'ospedale di Fitzroy. Fu celebrata una messa di solenne (Requiem) nella cattedrale di San Patrizio e fu sepolto nel cimitero di Brighton con tutti gli onori militari. Dieci uomini a cui fu assegnata la Victoria Cross portarono a spalla il suo feretro. A causa della malattia contratta non si sposò mai e non ebbe figli.
Descritto come uno di quei soldati "che non conoscevano la paura", Buckley fu il primo destinatario australiano della Victoria Cross a morire dopo essere tornato in patria alla fine della Grande Guerra. I suoi amici lo ricordano come un giovane modesto, senza pretese, con una grande passione per i cavalli e per la vita all'aria aperta.
Mi sarebbe piaciuto trovare una bella foto in cui si vede il nostro eroe con una Lewis al fianco, ma non era tipo da perdersi in fotografie. Ci dobbiamo accontentare di vederlo in questo ritratto di gruppo con quattro commilitoni. (vedi copertina)
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