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LA SECONDA GUERRA MONDIALE

 

L’ascesa al potere di Hitler con il conseguente riarmo della Germania, come abbiamo visto nei precedenti capitoli, aveva determinato l’espansionismo tedesco che si era attuato con l’annessione dell’Austria, l’invasione della Cecoslovacchia e il successivo suo smembramento dopo la conferenza di Monaco. L’Occidente si dimostrava del tutto incapace a tenere a freno le mire egemoniche di Hitler. Mirabile fu l’accusa di Churchill lanciata dai banchi del parlamento inglese ai delegati inglesi al ritorno da Monaco: “potevate scegliere tra la guerra e la viltà, avete scelto la viltà e avrete la guerra”.

Infatti meno di un anno dopo la Germania nazista si accordava con l’Urss, con un patto di non aggressione (Patto Ribbentrop – Molotov del 23 agosto 1939), per la spartizione della Polonia che era il successivo obiettivo tedesco.  

Assicuratosi il non intervento sovietico e visti i tentennamenti Occidentali, i tedeschi si apprestarono ad una rapida invasione della Polonia che scatenò il secondo conflitto mondiale.


I FASE: DALL'INVASIONE DELLA POLONIA ALLA BATTAGLIA D'INGHILTERRA

(settembre 1939-estate 1940)

Il primo settembre 1939 la Germania invade la Polonia. L’Inghilterra e la Francia, dopo un inutile ultimatum, dichiararono guerra alla Germania il 3 settembre. Dopo tante provocazioni subite passivamente (Spagna, Sudeti, Austria, Cecoslovacchia) finalmente le potenze democratiche si decidevano a intervenire contro la minaccia dell’imperialismo hitleriano. Il ritardo con cui erano maturate le contromisure della Francia e dell’Inghilterra contribuì però senza dubbio a imbaldanzire la macchina bellica di Hitler, che era arrivato a pensare di poter avere facilmente ragione delle nazioni democratiche. Tale previsione sembrò avverarsi nei primi mesi del conflitto. Il ricorso sistematico all’aviazione e ai mezzi corazzati garantì infatti all’esercito tedesco brillanti e rapide conquiste; in poco più di venti giorni esso annientò l’esercito polacco e il 27 settembre Varsavia cadde.

La Russia invade i paesi baltici. Nel frattempo la Polonia veniva aggredita anche dalla Russia che se ne spartì il territorio con la Germania. La Russia inoltre impose il proprio controllo alle repubbliche baltiche della Lettonia, Lituania e Estonia, che furono annesse l’anno dopo. Infine nel novembre invase la Finlandia che si difese disperatamente, ma fu costretta, con l’armistizio del ’40, a cedere alcuni territori.

Sul fronte occidentale non vi furono inizialmente attività degne di rilievo; la guerra lampo per il momento si svolse nel settore polacco, dove le potenze occidentali non furono in grado di intervenire.

L’Italia in questo primo anno di guerra proclamò la non belligeranza, nuova figura giuridica che, senza significare la piena neutralità, non impegnava nell’intervento in guerra.

Guerra lampo in occidente. Nella primavera del 1940 le truppe tedesche invasero la Danimarca e la Norvegia, prevenendo un eventuale intervento inglese sulle coste baltiche. La Danimarca non oppose alcuna resistenza, mentre la Norvegia tentò una breve difesa; mentre re Haakon riparava in Inghilterra, i tedeschi insediarono il governo fantoccio del nazista Quinsling.

Dunkerque

 

Nel maggio fu scatenata l’offensiva contro la Francia; l’attacco fu portato violando la neutralità dell’Olanda, del Belgio e del Lussemburgo. Il fronte anglo-francese fu spezzato tra Namur e Sedan e le truppe francesi furono costrette a reimbarcarsi precipitosamente a Dunkeque. L’Inghilterra sembrò vicina alla catastrofe, ma sotto la guida di Winston Churchill, trovò la forza per organizzare la difesa a oltranza. L’esercito francese intanto veniva disastrosamente sconfitto alla Somme e all’Aisne, e la linea Maginot infranta. A conclusione di questa rapida avanzata  nel giugno i tedeschi entrarono trionfalmente a Parigi. Il Ministero Petain, succeduto a quello di Paul Reynaud, sottoscrisse le condizioni di armistizio: la Francia fu divisa in due zone, quella “libera” di Vichy, nel Sud, sotto Petain e Laval, e quella comprendente Parigi alle dirette dipendenze della Germania.

Eliminata la Francia, Hitler iniziò una implacabile offensiva aerea contro l’Inghilterra, che avrebbe dovuto preparare o sbarco delle truppe tedesche nell’isola (“battaglia di Inghilterra”). Ma gli inglesi non si piegarono e l’offensiva fallì: il piano di invasione dovette essere accantonato.

Battaglia d'Inghilterra

 

Intervento dell’Italia. Suggestionato dalle impressionanti vittorie tedesche, Mussolini, che temeva di vedersi sfuggire una parte del bottino, il 10 giugno 1940 dichiarò guerra alla Francia e all’Inghilterra, contro la volontà del popolo italiano e malgrado l’impreparazione militare. Le operazioni militari iniziarono sulle Alpi contro una Francia che era già stata definitivamente sconfitta dai tedeschi. Il 24 giugno i francesi firmavano l’armistizio con l’Italia.

 

 

II FASE: DALLA CAMPAGNA D'AFRICA ALL'ESPANSIONE HITLERIANA NEI BALCANI

(estate 1940-primavera 1941)

Guerra in africa. Gli italiani sono impegnati su due fronti: in africa settentrionale ed orientale. Sul primo fronte ad offensive italiane corrispondono contrattacchi inglesi: la Cirenaica viene persa e riconquistata dagli italiani con l’aiuto dell’Africa Korps tedesco, comandato dal gen. Rommel, che si spinge a fondo in territorio egiziano fino ad El Alamein (primavera 1941). Ma nell’ottobre 1942 gli inglesi, al comando del gen. Montgomery, riconquistano il terreno perduto ed occupano stabilmente la Cirenaica.

In africa orientale le truppe italiane, dopo l’iniziale occupazione della Somalia inglese e francese sono costrette alla resa: i territori dell’impero cadono sotto il controllo degli alleati. Nell’aprile del 1941 il negus Hailè Selassiè ritorna ad Addis Abeba.

Battaglia del Mediterraneo. Nel frattempo nel Mediterraneo avveniva lo scontro frontale fra la flotta italiana e la flotta inglese tecnicamente assai meglio dotata (radar). La flotta italiana, danneggiata più volte, subisce una sconfitta irreparabile a Capo Matapan (marzo 1941). Gli inglesi sono padroni del Mediterraneo.

La Vittorio Veneto e la Giulio Cesare durante la battaglia di Capo Spartivento

 

Aggressione della Grecia. Nell’ottobre 1940 Mussolini attacca la Grecia per bilanciare l’egemonia tedesca nei Balcani. I Greci resistono e poi passano all’offensiva, mettendo l’esercito italiano in una situazione critica. Allora i tedeschi, invasa la Jugoslavia, scendono in Grecia che capitola. I due Stati diventano territori occupati dalle truppe dell’Asse.

 

III FASE: L'ALLARGAMENTO DEL CONFLITTO

(estate 1941-primavera 1943)

Invasione dell’Unione Sovietica. Nel giugno 1941 Germania e Italia improvvisamente dichiarano guerra alla Russia sovietica. Hitler, ormai padrone di tutto il continente, cominciava infatti a pensare che il colosso stalinista potesse diventare un immensa risorsa di materie prime e derrate alimentari per il Reich. L’offensiva tedesca fu travolgente; in breve periodo furono conquistati l’Ucraina, la Russia Bianca e i paesi baltici in possesso sovietico. Ma alle porte di Leningrado e non lontano da Mosca l’offensiva tedesca, sfavorita dall’estensione del territorio, viene bloccata. Ripresa nella primavera del ’42, arrivò fino al Caucaso, ma nell’estate le sorti degli alleati (l’Italia partecipava con le divisioni dell’A.R.M.I.R.) precipitavano a Stalingrado, ove i tedeschi furono accerchiati e annientati.

Operazione Barbarossa

 

La Carta Atlantica. Nell’agosto 1941 Roosevelt e Churchill promulgarono la Carta Atlantica che indicava nei principi democratici i cardini del futuro ordinamento internazionale, una volta distrutto il regime nazista. Questo patto prelude all’intervento americano nel conflitto.

Intervento degli Stati Uniti. L’improvviso attacco aereo giapponese alla flotta americana a Pearl Harbor provocò la dichiarazione di guerra degli Stati Uniti al Giappone (dicembre 1941). Subito dopo Germania e Italia, fedeli al patto di alleanza stipulato un anno prima col Giappone (Patto Tripartito), dichiararono guerra agli Stati Uniti.

Le operazioni militari furono inizialmente favorevoli al Giappone che occupò Hong-Kong, Singapore, le Filippine, le Indie Occidentali e la Birmania. Tuttavia, nella primavera del ’42, una serie di vittorie della flotta americana bloccò l’espansione giapponese.

Pacifico: Battaglia di Okinawa

 

Fine della guerra in Africa. La situazione sul fronte libico fu radicalmente mutata dallo sbarco anglo- americano, guidato dal generale Eisenhower, in Marocco e in Algeria. Le armate italo-tedesche prese in una morsa tra americani e inglesi furono costrette a capitolare (primavera 1943).

Postazione Alleata in Nord Africa

 

 

IV FASE: LA CONTROFFENSIVA ANTINAZISTA

(estate 1943-estate 1945)

Conclusa la guerra d’Africa, arrestata l’espansione giapponese nell’estremo Oriente, e quella tedesca in Russia (estate 1943), il momento della controffensiva era giunto per gli Alleati.

Essa partì dalle basi africane e fu preannunciata con lo sbarco delle truppe alleate a Pantelleria e a Lampedusa. Seguì nel luglio lo sbarco in Sicilia e in breve l’isola fu occupata.

Crollo del fascismo. Il regime fascista era ormai allo stremo, senza alcun residuo di forza militare e morale per poter organizzare una pur minima difesa. In una drammatica seduta del Gran Consiglio fascista, il 25 Luglio 1943, Mussolini fu isolato e messo in minoranza; costretto a presentare al re le dimissioni fu arrestato, mentre veniva incaricato di formare il nuovo governo il generale Badoglio. Questi annunciò ufficialmente la prosecuzione della guerra accanto alla Germania, ma al tempo stesso avviò segrete trattative con il nemico, che si conclusero con la stipulazione dell’armistizio a Cassibile.

L’armistizio. L’armistizio fu annunciato ufficialmente l’8 settembre e ne seguì un periodo caotico e angoscioso, di cui l’esercito fu la principale vittima, Rimasto senza direttive, senza ordini, mentre Badoglio e la famiglia reale fuggivano a Brindisi, in parte si sbandò e in parte agì per l’iniziativa dei singoli comandanti (la flotta, per esempio, decise di affiancarsi a quella alleata).

Operazione Quercia: Liberazione di Mussolini da Campo Imperatore

 

La repubblica Sociale. Subito dopo l’armistizio i tedeschi occuparono Roma e liberarono Mussolini portandolo in Germania. Di qui egli rientrava in Itali dopo pochi giorni e fondava a Salò la Repubblica Sociale Italiana, deciso a combattere a fianco di Hitler. Il 3 ottobre Badoglio dichiarò guerra alla Germania e la tardiva decisione servì almeno a chiarire la situazione e permise la riorganizzazione dell’esercito.

La resistenza. La liberazione dell’Italia non fu però opera soltanto degli alleati ma anche dei partigiani a cui va il merito di aver alimentato e sostenuto la resistenza armata italiana al nazifascismo. La Resistenza non fu solo un fenomeno italiano. Già il generale Charles de Gaulle, dopo lo smembramento della Francia, da Londra aveva incitato i francesi a ribellarsi al governo di Vichy e ad organizzare la resistenza clandestina.

Dal 1941 al 1943 poi con la partecipazione di tutte le forze democratiche e soprattutto, dopo l’attacco della Germania alla Russia, di quelle comuniste, la Resistenza divenne un fenomeno europeo. Si arrivò così in tutti i paesi oppressi dal nazifascismo e con l’aiuto degli Alleati, alla organizzazione politica e militare delle forze partigiane destinate a boicottare, disturbare e condurre azioni di guerriglia contro l’esercito tedesco. La Germani reagì con feroci e indiscriminate repressioni.

In Italia, dopo l’armistizio, la Resistenza trovò ben presto il suo punto focale e la sua organizzazione della costituzione del Comitato di liberazione Nazionale (C.L.N.), che comprendeva sei partiti e che guidò le forze partigiane.

La repressione tedesca fu terribile: le vittime furono migliaia. Basti ricordare, tra le tante, le stragi delle Fosse Ardeatine (marzo 1944) e di Marzabotto (settembre 1944).

La liberazione. Nel gennaio del ’44 gli Alleati sbarcarono ad Anzio e a Nettuno e nel maggio sfondarono il fronte a Cassino. Il 4 giugno Roma fu liberata; seguì la liberazione di Firenze. Il fronte in Italia si stabilizzò sugli Appennini da Rimini al Tirreno, durante i mesi invernali. Nel giugno 1944 gli Alleati, sotto il comando del generale Eisenhower, sbarcarono in Normandia. Il 25 agosto entrarono a Parigi. Nello spazio di un mese tutta la Francia fu liberata. In ottobre seguì la liberazione dell’Olanda e del Belgio e nel novembre le truppe alleate si assestarono ai vecchi confini con la Germania. Nel dicembre del ’44 vi fu l’ultima disperata offensiva tedesca nelle Ardenne, che fu stroncata dopo iniziali successi.

Sul fronte orientale intanto era già avvenuto il crollo dell’esercito tedesco. Dal settembre al novembre firmarono l’armistizio la Romania e la Finlandia; la Jugoslavia invece fu liberata, dalle forze partigiane del maresciallo Tito. Polonia, Austria e Cecoslovacchia vennero occupate dai russi.

Le conseguenze della bomba su Hiroshima

 

L’ultimo anno di guerra. L’offensiva alleata fu portata contemporaneamente sul fronte italiano e su quello francese. Le truppe alleate riuscirono a sfondare  la linea gotica e nell’aprile del 1945 entrarono a Bologna. Il 25 aprile tutta la Resistenza insorse mentre le truppe tedesche cercavano ovunque scampo. Mussolini tentò di fuggire verso la vicina Svizzera, ma fermato nei pressi di Dongo da formazioni partigiane, venne fucilato insieme on altri suoi seguaci il 28 aprile. Il 29 aprile truppe alleate entrarono a Milano. Sul fronte francese nella primavera riprese l’offensiva alleata: nel marzo venne superato il Reno, il suolo tedesco fu invaso e gli Alleati occuparono Amburgo e Monaco, mentre i sovietici entravano a Vienna e quindi a Berlino. Dopo il suicidio di Hitler, l’ammiraglio tedesco Doenitz formò la resa incondizionata il 7 maggio 1945.

Nell’estremo Oriente il crollo del Giappone fu dato dal lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945). Fu un’immane carneficina e il 1° settembre 1945 il Giappone sottoscrisse la resa incondizionata. Si entrava in una nuova era.

 

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